Autore: Don Renzo Bonetti (*)
Edizioni San Paolo - 2007
“La Fecondità degli Sposi oltre la fertilità” è un testo molto ricco di spunti ed utile per chi voglia approfondire la teologia cristiana del matrimonio e della famiglia. Un testo “di studio” per gli operatori di pastorale familiare o per la riflessione e la catechesi all’interno di percorsi di formazione cristiana per famiglie. Il testo racchiude, in una cornice unitaria, una serie di catechesi sulla spiritualità del matrimonio tenute da don Renzo Bonetti, tra gennaio e maggio 2005, sulle frequenze di Radio Maria.
Al centro del libro c’è la
fecondità fisica e spirituale degli sposi, ovvero la loro vocazione al servizio alla vita.
In queste riflessioni, don Renzo Bonetti descrive innanzitutto l'origine, la fonte e il modello di ogni fecondità, cioè Dio: la coppia cristiana deriva la sua fecondità proprio dall’essere creata ad “immagine e somiglianza di Dio”.
La fecondità degli sposi, spiega don Renzo, non si esaurisce nella collaborazione alla forza creatrice di Dio nel donare e far crescere la vita nei figli ma si amplia in quel “fecondarsi reciprocamente” che durerà per tutta la vita, La fecondità diventa perciò la
dimensione permanente della persona sposata che vive “in pienezza” la propria vocazione quando si impegna quotidianamente nel far “maturare” il coniuge, sia sul piano della identità di genere che su quello umano-spirituale.
Nel corso della dotta ed articolata trattazione, la fecondità della coppia viene declinata nei suoi molteplici significati: fecondità nei confronti del coniuge e della propria relazione di coppia, fecondità fisica, fecondità educativa nei confronti dei figli propri (generati o adottati), fecondità "sociale", ovvero la capacità di "generare" vita, amore, e un nuovo stile di relazioni umane, nella comunità ecclesiale e nella società.
In particolare, don Bonetti si sofferma a tratteggiare un’ulteriore specifica fecondità della famiglia:
essere “seme di Chiesa”, edificatrice della comunità cristiana fin dagli inizi del Cristianesimo. Le prime comunità cristiane si radunavano infatti all’interno di alcune case, Ognuna di queste case era una
oikìa (da cui il termine Parrocchia,
parà oikìa cioè “tra le case”), una casa-famiglia che mantenendo e sviluppando i legami e le relazioni tipiche della famiglia, viveva però nella modalità dell’
ekklesìa (cioè dell’assemblea convocata): preghiera, ascolto dell’insegnamento degli apostoli, frazione del pane e comunione fraterna.
Don Renzo invita la famiglia a recuperare questa dimensione originaria, fondativa all’interno della Chiesa moderna ma anche della società, per cui la famiglia, come afferma Giovanni Paolo II nella
Lettera alle Famiglie, diventa
“il centro e il cuore della civiltà dell’Amore”, cellula fondamentale per “umanizzare” la società.
Un’ultima notazione vorrei riservarla a quella che don Bonetti definisce come
“fecondità sociale” della famiglia. La dimensione della paternità-maternità non si esaurisce all’interno della famiglia (dove, in realtà, non si cessa mai di essere genitori, continuando, fino al proprio ultimo respiro, a donare la vita ai figli ed a accompagnarli nel migliore dei modi), ma si allarga all’esterno, a quella
“rete relazionale” che si sviluppa intorno al figlio man mano che cresce. Accanto ai genitori, vi sono gli zii, i nonni, gli amici, la comunità parrocchiale, e poi la scuola e le altre istituzioni. La paternità-maternità è chiamata ad evolversi per adattarsi alla crescita del figlio e, in particolare, nel passaggio all’adolescenza e alla giovinezza, da casa a fuori casa, deve corrispondere l’evoluzione da un paternità-maternità “solitaria” ad una paternità-maternità “in rete”.
Don Bonetti spiega come sia fondamentale per la crescita stessa dei figli, che le famiglie vivano forme “primarie aggregative” che condividano sensibilità e valori comuni (in primo luogo quelli cristiani): in questo modo i figli crescono a contatto con altri adulti e con altri figli con i quali “vedono condivise e ampliate in risonanza le qualità stesse registrate in casa”. La rete relazionale “familiare” così costruita, va a dare convalida e ampliamento alla educazione dei genitori e può, addirittura, andare a ritoccare, completare e offrire nuovi contributi alla educazione in atto.
Attorno alla “pianticella del figlio” si crea cioè un “macroclima familiare” che non smentisce ma conferma e sviluppa il seme educativo piantato nel “microclima” della famiglia di origine, in modo tale che, la capacità di più famiglie che si mettano insieme a condividere gli stessi valori, diventi un formidabile moltiplicatore delle possibilità educative anche fuori della propria casa.
(*) Don Renzo Bonetti è attualmente Parroco di Bovolone (diocesi di Verona) e consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Nel periodo 1995-2002 è stato Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI. Negli anni 2002-2006 ha coordinato, su incarico del Consiglio Permanente della CEI, il Progetto Parrocchia-Famiglia, che ha coinvolto 32 parrocchie del territorio nazionale.
Paolo e Maria
Commissione famiglia Ac Roma
parrocchia S. Barnaba