Il tempo che viviamo è un tempo di transizione e di crisi antropologica che sembra travolgere tra le altre anche le relazioni di coppia e quindi la famiglia. Ma la “crisi” può essere vista e vissuta come una grande opportunità, soprattutto per i credenti, per alimentare e costruire un nuovo modello culturale e antropologico, e quindi sociale, che abbia davvero come riferimento Gesù Cristo.
Questa la suggestione chiave dell’intervento di Marco Guzzi nel primo incontro del percorso di formazione che l’AC romana propone a giovani-adulti, adulti-giovani e famiglie per il 2008/2009.
L’atteggiamento del cristiano di fronte alla crisi, e nell’incontro con i “volti quotidiani”, non può essere quello del piagnisteo o della “fuga identitaria”, ma quello dell’entusiasmo, cioè di chi ha davvero “Dio dentro”, una visione, un'ispirazione più grande di lui/lei.
Un atteggiamento che si costruisce anche accettando di abbandonare quel modello di “io bellico” (identità costante dell’uomo nella sua storia) che ci pone in contrapposizione violenta all’altro nella ricerca e difesa della nostra presunta identità. Mentre il Cristo stesso ci indica che la via del riconoscimento della propria identità passa da un ritrovare se stessi nelle relazioni quotidiane.
Simone