martedì 3 gennaio 2012

Educare i giovani alla giustizia e alla pace?

Mi ronza in testa una domanda da quando è uscito il nuovo messaggio per la Pace di Benedetto XVI:
Possiamo educare alla gustizia e alla pace i nostri figli?

Nella vita della continua competizione, della gara a chi ha di più, a chi è più forte e più bello, a chi si basta da sé, a cosa può servire educarli alla giustizia e alla pace?
Al massimo rischio di prepararli ad essere dei perdenti.
L'importante è dare ai nostri giovani (e quindi anche ai miei bimbi) gli strumenti per poter riuscire nel loro lavoro, nella loro vita professionale, per diventare importanti, di successo e poter inseguire i loro desideri.


D'altra parte quando incontro i vincenti,bisogna ammetterlo hanno veramente belle cose.
Però sono in moto perpetuo, sempre a guardarsi le spalle, pronti a mendicare una briciola per mantenere la propria posizione.
Saranno vincenti ma sono imprigionati dalla loro vittoria.
A loro manca sempre qualcosa. Sono tristi.
E a me piacerebbe vedere i miei figli felici.
Non mi va di preparare i miei bimbi alla tristezza!

Come misuriamo il valore della nostra vita?
Così si riaffaccia la domanda educare alla Giustizia e alla Pace?


La giustizia scrive Benedetto XVI «non è una semplice convenzione umana, poiché ciò che è giusto non è originariamente determinato dalla legge positiva, ma dall’identità profonda dell’essere umano. È la visione integrale dell’uomo che permette di non cadere in una concezione contrattualistica della giustizia e di aprire anche per essa l’orizzonte della solidarietà e dell’amore...
"Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati" (Mt 5,6). Saranno saziati perché hanno fame e sete di relazioni rette con Dio, con se stessi, con i loro fratelli e sorelle, e con l’intero creato».


La pace si legge dal messaggio è soprattutto un dono, un frutto della giustizia. Bisogna essere in grado di ricercarla innanzitutto dentro di noi stessi e nella relazione con Gesù.

«Ma la pace non è soltanto dono da ricevere, bensì anche opera da costruire. Per essere veramente operatori di pace, dobbiamo educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità, essere attivi all’interno della comunità e vigili nel destare le coscienze sulle questioni nazionali ed internazionali e sull’importanza di ricercare adeguate modalità di ridistribuzione della ricchezza, di promozione della crescita, di cooperazione allo sviluppo e di risoluzione dei conflitti.
"Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio », dice Gesù nel discorso della montagna" (Mt 5,9)».

Da quel che capisco a partire dalla giusitiza e dalla pace c'è la misura e la profondità della qualità della nostra vita e delle nostre relazioni.

Ma la scelta per noi genitori rimane come prima.
Come impostiamo il nostro stile educativo:
costruttori di successo o costruttori di pace?
Da qui si prepara il futuro della nostra società.

Andrea Casavecchia




L'immagine è di Corrado Giaquinto - La Giustizia e la Pace (1760-1762) tratta da qui